La piattaforma streaming di film e serie tv si sta accartocciando su sé stessa. Scopriamo perché gli utenti scappano via da Netflix.
Non sono in molti a sapere che Netflix abbia una certa età. La maggior parte degli utenti è convinta sia un progetto giovane, ma in realtà la società è stata fondata nel lontano 1997 da Reed Hastings e Marc Randolph.
L’idea di una piattaforma di distribuzione di contenuti audiovisivi tra film, cartoni animati e serie tv nasce come la penicillina: per sbaglio. Infatti, Hastings ebbe l’idea quando gli fu consegnata una multa di 40$ per non aver consegnato in tempo un film a Blockbuster. Le origini di Netflix riecheggiano questo avvenimento: Hastings decise di mettere su un’attività di noleggio di cassette VHS e DVD proprio come Blockbuster, ma online, compreso di spedizione al proprio indirizzo.
Così iniziò il percorso di un colosso nel mondo dell’intrattenimento on demand, costellato di aggiornamenti, iniziative frizzanti per i clienti e innovazioni al passo coi tempi, fino a giungere alla produzione autonoma di contenuti lì distribuiti. L’esplosione del colosso è in debito con l’intuizione dei fondatori, i quali sembrano aver pensato a tutto, persino al suono di apertura dell’applicazione sui televisori. Il noto ta-dum è ormai iconico e immortale. Ciò è stato possibile grazie ai sound designers che per un anno intero lavorarono a quei soli tre secondi di musichetta. L’ascesa di Netflix sembra però essersi arrestata. Scopriamo i motivi del crollo.
Gli anni della pandemia di Covid-19 sono stati duri per tutti, ma a tenerci compagnia tra le nostre quattro mura c’è stato soprattutto Netflix. Parliamo di migliaia di contenuti a nostra disposizione. L’unico limite? Il tempo da trascorrere davanti allo schermo.
Proprio negli anni 20-21 Netflix ha registrato infatti un’impennata di abbonamenti e sono in molti a credere sia dovuto al lockdown. Tuttavia, la tragica vicenda che ha favorito la piattaforma è in parte anche responsabile del suo attuale declino. Infatti, molti hanno imparato la lezione e hanno deciso di approdare nel mondo dello streaming online, assecondando la tendenza degli spettatori a rimanere a casa, piuttosto che andare al cinema.
Nasce infatti Paramount+, prende piede la giovane Disney Plus, seguita dalla più anziana Now Tv. Le nuove piattaforme sono entrate a gamba tesa in competizione con Netflix, la quale spadroneggiava il mercato indisturbata. Ecco che gli utenti più annoiati hanno deciso di traghettare i propri capitali verso altre sponde, coccolati dalla novità.
Il problema degli utili del 2022 di Netflix risiede nella possibilità di condividere illegalmente gli abbonamenti. A quanto pare, sono in molti a prestare le proprie credenziali di accesso a utenti terzi non registrati.
Ecco spiegate le direttive di Netflix per il 2023: l’aumento del prezzo dell’abbonamento, l’introduzione della pubblicità e di una sezione dedicata ai videogiochi. Infine, la guerra alla condivisione delle password: è previsto l’invio di un codice al cellulare del possessore dell’abbonamento da inserire in piattaforma. Le previsioni del 2023 registrano un potenziale incremento degli utenti di circa 14 milioni. Che siano le soluzioni giuste?
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