Cosa c’è davvero nella bresaola che comprate al supermercato? Scopriamolo insieme.
Negli ultimi anni, il nostro stile di vita sta cambiando radicalmente. Oggigiorno c’è molta più consapevolezza di ciò che ingeriamo. Sicuramente questo elemento è frutto di una evoluzione della comunicazione e della ricerca, per cui si sono scoperte tante cose che prima venivano ignorate dai consumatori e dai produttori, anche in buonafede.
Sempre più si inizia a fare attenzione alle etichette dei prodotti che compriamo al supermercato. Si tratta di una necessità che sorge con l’avvento della globalizzazione, dal momento che in periodi precedenti agli anni ’80 o, ancor prima, nel secondo dopoguerra, il cibo era reperito in piccole botteghe o da agricoltori locali.
In molti ritengono che al giorno d’oggi tutto ciò che mangiamo sia contaminato, ma vi è anche la voce di chi non è d’accordo e che afferma l’importanza di non scagliarsi acriticamente contro la tecnologia, a priori. Bisogna informarsi su ciò che si acquista per poter salvaguardare la nostra salute, ma anche per una maggiore consapevolezza di cittadini del mondo.
Ecco che giunge una nuova ricerca su un alimento ritenuto da sempre il non plus ultra di ogni dieta dimagrante: la bresaola. Scopriamo cosa c’è davvero dentro.
Forse non molti sanno che la bresaola è una carne che può essere ricavata da più tipologie di animali. Esiste la bresaola di manzo, di carne di cervo, di cavallo e anche di maiale. Anche questo punto sorge come novità per molti utenti del web, i quali pensavano che la bresaola fosse una carne molto magra poiché ricavata esclusivamente dal muscolo povero di grassi del cavallo.
Questo primo mito sfatato comunque non contraddice la bontà dell’affettato in questione, secondo la maggior parte delle persone che ne consumano a iosa. Ciò che però è necessario controllare è l’etichetta del prodotto prima di acquistarlo: non tutta la bresaola è uguale. Anzi, è proprio la provenienza del prodotto che ne determina la diversa etichettatura.
La carne della bresaola classica viene dal Brasile, nello specifico da un animale chiamato zebù. La carne di zebù viene poi lavorata in Italia, per cui l’etichetta esibisce il marchio “made in Italy”.
Tuttavia, anche in un prodotto insaccato ritenuto così magro come la bresaola classica, vi sono ingredienti “nascosti in bella vista”: sale, zucchero, spezie, nitriti di sodio e potassio e acido ascoborico. Tra questi elencati vi sono dunque conservanti e additivi che molti ricercatori ritengono nocivi per la salute. Bisogna dunque controllare sempre le etichette per salvaguardare la propria salute.
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