Disastro Netflix, accuse gravissime: si va in tribunale
Netflix questa volta si sposta in tribunale e il motivo sono alcune accuse molto gravi. Tutto è partito dalla docu-serie e questa volta non la passerà liscia.
Oggi quasi tutta la popolazione mondiale conosce Neflix, la società americana che si occupa della distribuzione di film e serie in modalità streaming. Con precisione è una piattaforma a pagamento che distribuisce il servizio solo agli utenti abbonati.
Negli ultimi mesi si parla molto dell’applicazione, questo per via della delle modifiche opzionali di pagamento. In particolare non sarà più disponibile condividere l’account e l’abbonamento mensile con più di tre persone, prima invece era un’opzione possibile e molto comune tra gli utenti per risparmiare.
Ogni giorno sono milioni gli utenti che trascorrono ore sulla piattaforma. Ad oggi è sempre più diffusa la frase-mood “Netflix and chill” che sta a significare proprio “Netflix e rilassati”, comunemente utilizzata dalle nuove generazioni che amano trascorrere il loro tempo libero a casa, anche in compagnia ma con una pizza e Netflix.
Le accuse a Netflix
La piattaforma non mette a disposizione solo film e serie di produzione esterna, negli ultimi anni con il successo e i guadagni raggiunti è divenuta anche una società di produzione. Questo significa che moltissimi contenuti su Netflix sono firmati e prodotti dalla stessa.
Diverse volte sono stati segnalati o criticati contenuti sull’applicazione, la maggior parte della volta per questioni sociali o di correttezza politica. Questa volta però la piattaforma si recherà in tribunale e le accuse sono molto gravi.
La docu-serie su Cleopatra
Nelle ultime ore si è diffusa la notizia che coinvolge l’azienda bilionaria, ad accusarla è stato un avvocato egiziano. Tutto ha avuto inizio dalla pubblicazione della docu-serie su Cleopatra che uscirà il 10 maggio, opera di Netflix in cui appare l’attrice inglese Adele James nei panni della regina d’Egitto, la donna non è di carnagione bianca e questo sembra aver scatenato alcune ire.
L’avvocato Mahmoud al-Semary ha definito la docu-serie un “crimine” in quanto “Cleopatra non era nera”. Secondo l’uomo l’anteprima condivisa da una distorsione di quella che è la realtà della storia d’Egitto, promuovendo così l’afrocentrismo e distribuendo al pubblico una “contraffazione” alla quale gli egiziani sono costretti ad opporsi per preservare l’identità nazionale e culturale.
Sulle accuse è intervenuto anche l’archeologo Zahi Hawass che ha definito l’opera una “falsificazione” della realtà, denunciando la cosa. Netflix non ha rilasciato alcuna dichiarazione, l’attrice protagonista James invece ha risposto alle offere ricevute sui social bloccando gli utenti molesti e dichiarando di essere felicissima di interpretare il ruolo di Cleopatra. A quanto pare la società si recherà in tribunale ma la docu-serie sarà ugualmente disponibile sulla piattaforma tra meno di un mese.